1. In una nota sulla sua pagina facebook, il 20 marzo Laura spiegava che:
il 23 marzo sarebbe stata in Valsusa per "ribadire quelle che sono state sempre le mie posizioni (che ho avuto modo di esprimere anche durante la campagna per le Primarie): ma certamente non andrò per fare barricate. Come dice questo articolo su Repubblica, andrò "per ascoltare gli amministratori, perché penso che non sia più tempo di spendere nemmeno un euro se non per investimenti all'insegna della ragionevolezza e del buon senso. Quest'opera costa moltissimo, non è supportata da stime di traffici in crescita e la popolazione non la vuole. Non escludo che possa essere utile, ma ora non è una priorità, come non lo sono gli F35 e il ponte di Messina", e concludeva con la proposta di "aprire una finestra sulle opportunità che si aprono se abbiamo il coraggio di dire che abbiamo sbagliato!"
Ma gli uomini non chiedono le indicazioni stradali, né la politica macha ammetterà mai di avere sbagliato.. lo sapevi Laura? anche perché certi "sbagli" non sono tali; sono più spesso scelte scellerate che hanno dietro interessi privati. Questo lo sappiamo tutti, ma supponiamo che la buona fede, almeno in alcuni ci fosse e ci sia. Giustamente, almeno a quelli, Laura ricorda anche che la situazione oggi è cambiata:
"Fa parte di questo metodo anche essere pragmaticamente disposti a stralciare e/o fortemente diminuire le spese previste per gli F35. Anche qui con i fondi non spesi a questo titolo potremo fare politiche di investimento per dare lavoro: cuneo fiscale, investimenti nei comuni su scuole. Il mondo è cambiato, la prima priorità deve essere cambiare mentalità e cercare nuove strade. Guardare a una politica nuova non può essere solo uno slogan: dobbiamo crederci, e dobbiamo farlo".
2. In una seconda nota, piena di riferimenti a documenti esterni, Laura si spiega ancora meglio:
Perché trovo giusto riconsiderare tutto il progetto della TAV? Perché penso necessario approfondire: ammettere di avere sbagliato i calcoli potrebbe ridurre un danno annunciato e in parte già compiuto.
E quali sono le mie posizioni, non solo di oggi, ma "storiche", su tutta la questione?
Oggi, oltre a guardare alle cose da fare, con onesto spirito di collaborazione, è necessario anche difendersi da accuse che arrivano da tutti i lati; che spesso hanno il solo scopo di dividere e non di fare chiarezza. Ma per chi a fare chiarezza ci tiene, e desidera approfondire (prima di sventolare cappi, da un lato e dall'altro), giusto entrare con precisione nel merito delle questioni.
E sulla questione non sono mai stata sulle barricate; ma le mie perplessità le vado esprimendo da tempo; cosa di cui ho dovuto rendere conto anche durante la candidatura alle Primarie; come vedete ad esempio QUI, o QUI. Dunque certo non le tiro fuori dal cappello oggi, per sventolarle come elementi di seduzione verso i 5Stelle! ma perfino questo mi viene rinfacciato, anche con riferimenti alle posizioni del partito a cui appartengo. Un post nella rete mi apostrofa così: "scopro ora che la Puppato, 'pontiera'tra PD e M5S, il prossimo sabato sarà in ValSusa in occasione della manifestazione, come i parlamentari 5 Stelle. L’on. Puppato andrà a far finta (grazie della fiducia) di essere una NoTAV, come nella tradizione 'greenwashing' del suo partito. E’ il caso di ricordare che neppure un anno fa presentava una mozione alla Regione Veneto per sollecitare l’avvio della TAV così esprimendosi: quella della AV/AC è un’opera prioritaria, giacché consente all’Italia di fare un passo in avanti nelle connessioni con il grande spazio europeo".
Ma non sarebbe meglio contestualizzare, e dire le cose per intero? (io non ho l'abitudine di fare greenwashing a nessuno, perché la mia storia è chiara (e al mio partito al massimo faccio le pulci).
In primo luogo rifaccio dunque la storia di come si è mosso sull'argomento il PD veneto.
In sintesi, rispetto alla linea AV/AC Mestre – Portogruaro, nei diversi atti presentati come gruppo consiliare del PD abbiamo:
1) chiesto di procedere in modo condiviso con le popolazioni locali e le amministrazioni comunali (questione di metodo); Vedi QUI e QUI
2) chiesto di scegliere il modello TAC piuttosto che TAV
addossando la nuova linea a quella esistente evitando così ulteriori scempi al territorio;
3) indicato, come un errore da non commettere! il tracciato separato
dalla linea ferroviaria attuale e dall’autostrada esistente, situato nelle indicazione della Regione lungo la costa e che contiene elementi di impatto ambientale molto pesanti; Vedi QUI e QUI.
4) chiesto il collegamento della rete regionale e dell'SFMR
con le linee ferroviarie nazionali ed internazionali, con una logica pianificata e coordinata in modo da rendere intermodale e modulare il sistema di trasporto viaggiatori e merci;
5) chiesto di dare assoluta priorità alla SMFR per il trasporto regionale
adeguandolo a standard europei di cui non vi è traccia nella realtà. Vedi QUI.
Le mie perplessità nascono proprio dai presupposti del progetto: secondo i quali si dà per scontato un incremento continuo degli interscambi e del traffico merci sull'asse Italia-Francia.
Ma questa ipotesi è confutata non solo da diversi economisti, ma anche dalla realtà dei numeri.
Infatti: via ferrovia del Fréjus sono passate nel 2009 (ultimo dato disponibile) merci per 2,4 milioni di tonnellate. L'anno prima erano state 4,6 milioni, nel 2000 addirittura 8,6 milioni.
E negli ultimi due anni questa tendenza ha riguardato allo stesso modo Svizzera e Austria.
La Tav servirebbe a trasportare prodotti per o da Francia, Spagna e Portogallo: cioè mercati in fase di stallo, dove import ed export sono arrivati quasi alla saturazione.
Diverso sarebbe se il tracciato servisse per arrivare più velocemente in Germania, nostro partner commerciale, o ai porti di Rotterdam, Amburgo e Anversa: porti dai quali passano le merci da e verso la Cina e gli altri mercati emergenti, che - dovendo scaricare in Italia - oggi privilegiano la Svizzera o il Brennero.
Inoltre oggi non ci sono più soldi. Quei pochi vanno investiti bene, e urgentemente, con una logica di ritorno per le imprese, le famiglie e soprattutto in termini di occupazione. Vero che la visione "nazionale" ed Europea debba risultare prevalente sui punti di vista locali (spesso distorti dal non valutare l'insieme ma solo l'immediato, piccolo pezzo che gli è relativo); ma anche questa verità oggi non va a detrimento delle ragioni degli abitanti (contrarissimi alle opere), ma proprio degli stessi promotori della Tav.
Come avere una visione obiettiva, e davvero lungimirante? occorrono studi approfonditi, occorre tener conto di quelli che già in larga parte esistono, ma restano ad oggi ignorati e accantonati. Un esempio fra tutti quello della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile di Edo Ronchi (che trovate qui PER INTERO), steso sotto l'egida dell'Ambasciata svizzera in Italia e con il contributo di Ferrovie Italiane (alla presentazione vi era tra i relatori Mauro Moretti!).
Non c'è abbastanza obiettività e questo è un dramma. Bisogna andare oltre alle scelte per inedia o per schieramenti preconcetti. Ecco perché domani sarò a Chiomonte, accanto ai sindaci della Val di Susa. Con lo spirito che richiamato QUI.
IN CONCLUSIONE: Né rincorse ai grillini né spaccature interne al PD. La mia posizione sulla Tav Torino-Lione è nota avendola espressa in tempi non sospetti e in buona compagnia (Renzi avanzava forti dubbi sulla priorità dell'opera, Vendola era contrario e lo stesso Bersani non ne era affatto entusiasta), ben prima dei risultati delle recenti elezioni. Il Partito Democratico fortunatamente, e a differenza di altri gruppi politici e dello stesso Movimento 5 Stelle, non è un partito in cui manchi la dialettica interna, soprattutto quando trova una sintesi che tenga in considerazione pareri motivati e diversi. Andrò in Val di Susa perché è compito della politica ascoltare, capire e soprattutto dialogare. Dunque parteciperò al convegno dei sindaci sulle grandi opere, non alla marcia. La contrarietà alla Tav, che in Val di Susa ha assunto connotazioni simbolicamente critiche verso questo modello di intervento pubblico spesso schizofrenico e incoerente nonché disattento alla sostenibilità, oggi ha anche ragioni di tipo economico. Tra le varie direttrici ferroviarie quella verso Ovest, infatti, è l’unica ad aver perso in termini di trasporto merci dal 2000 a oggi ed è anche l'unica, secondo gli studi previsionali effettuati, che non crescerà. Per le condizioni attuali del Paese non è certo questa un’opera prioritaria, così come non lo sono il ponte sullo stretto di Messina e altri interventi dubbi per qualità e opportunità.
3. Con buon senso femminile, il 26 marzo conclude: se non hai che una bici con le gomme sgonfie, non comprerai una Ferrari. Con tanti saluti al collega del PD Flavio Zanonato, un vero maschio di partito che non smette di attaccarla a ogni pié sospinto.
Ma per fortuna non tutti gli uomini la pensano come lui.
Ma per fortuna non tutti gli uomini la pensano come lui.
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