Dubbi su Laura

Se, sul piano dell'informazione, l'accoglienza a Laura Puppato è stata nel più grande silenzio, sul piano delle critiche, dei dubbi e dei sospetti le reazioni alla sua candidatura hanno scatenato tanti di quegli attacchi da lasciare basiti. A tutto questo sarebbe opportuno dedicare approfonditi studi. Cominceremo magari da qualche tesi di laurea... detto scherzando, ma non troppo; cercheremo di capire il perché. 
Ma intanto c'è qualcosa che salta all'occhio: nonostante la determinata ricerca di qualcosa su cui attaccarla, tutta la sua storia è talmente specchiata e coerente che gli argomenti scarseggiano. 
Si raschia un fondo del barile fatto di menzogne sbrindellat. Ad esempio:


Nonostante i fatti siano limpidi e sia facilissimo verificarli (se avete voglia di studiare, a questo post trovate tutti i link necessari a risalire ai fatti oggettivi e a fonti documentate), per ragioni imperscrutabili si insiste a  negare ogni evidenza pur di screditare Laura. Un accanimento di balle senza senso che, sparate in rete come cannonate, poi rimbalzano all'infinito seminando disinformazione... bolle talmente vuote da rendere ancora più evidente quanto sia arduo trovare sul suo conto cose non dignitose, qualunque cosa da rinfacciarle. 
Eppure dobbiamo prendere atto che Laura dà fastidio; non dubitiamo perciò che le bufale non finiranno qui. Se conoscete altre accuse, insensate o che ritenete fondate, scriveteci: ci prenderemo la briga di indagare e di rispondere. Per ora, eccovi l'ultimo chiarimento sull'assurdo processo non-sense inflitto a Laura sulla 194:






"Fino all’annuncio della mia candidatura ai media nazionali e ai siti di gossip politico non interessava nulla di quanto accadeva in Veneto. Ora improvvisamente si è andati a rovistare nella spazzatura. Prima sui costi della politica, parlando senza fondamento di soldi “in nero” dati ai consiglieri regionali. Ora pescando una legge di iniziativa popolare presentata al Consiglio regionale del Veneto per regolamentare le iniziative mirate all’informazione sulle possibili alternative all’aborto. Una legge voluta dal Movimento per la vita per consentire la presenza dei volontari del Movimento per la vita negli ambulatori, nei reparti e nei consultori della Regione, che è stata stravolta nella forma e nei contenuti, anche grazie al mio lavoro, rispetto al progetto originario che la maggioranza Pdl-Lega avrebbe approvato tout court. Non una sola parte di quella legge originaria è stata salvata nel progetto approvato.
Venire descritta come una delle maggiori promotrici di una legge nefanda e indecente come quella originaria, è cosa che offende la verità perché è semplicemente, spudoratamente falsa. Basta leggere attentamente i comunicati stampa e i verbali della discussione in aula, come pure tutte le mie interviste successive. Capisco che è più facile fare un copia-incolla senza verificare le fonti, ma l’informazione o fa questo mestiere o fa “disinformazione” . Mi rendo conto che la mia candidatura dà fastidio e che si tenti di montare una macchina del fango per dividere, in questo caso, il fronte delle donne, ma chi ha preso una mia dichiarazione e l’ha appiccicata in mala fede e maldestramente in un altro contesto, ne risponderà nelle sedi opportune. Io, si sappia, non mi arrendo all’idea di un Paese in cui si continuano a condannare gli onesti e a delegittimare in modo calunnioso le persone che con coraggio vogliono cambiare le cose" (Laura Puppato, 5 ottobre 2012)

2. le insinuazioni su presunte responsabilità di Laura su presunti comportamenti illeciti riguardo a soldi ai gruppi regionali del Veneto

Anche su questo lasciamo rispondere direttamente Laura:

"Vorrei rispondere in maniera puntuale e, per quanto mi riguarda, definitiva in merito alla polemica sui rimborsi forfettari che sta mettendo sullo stesso piano il Consiglio Regionale del Veneto con altre assemblee regionali dove esistono indagini in corso. Probabilmente non è bastata né la presa di posizione dei capigruppo del Consiglio regionale del Veneto né la decisione assunta dal gruppo del PD regionale per dimostrare quanto siamo distanti anni luce dalle situazioni del Lazio, dove alcuni consiglieri hanno abusato economicamente del loro ruolo e sono indagati per peculato, oppure del Piemonte dove esistono delle irregolarità contabili dovute a spese gonfiate. Vado con ordine.

• Le indennità e i rimborsi.
Nel dicembre del 2011 il Consiglio regionale del Veneto, su sollecitazione e con il contributo decisivo del gruppo del PD, ha approvato la riduzione delle indennità di funzione dei consiglieri regionali. Un taglio che ha comportato un -15% di media (ma in alcuni casi si arriva anche a -25%) immediato del reddito complessivo dei consiglieri e assessori, che è composto da sempre di più voci: indennità, diaria, rimborsi spese. Talune voci sono tassate e altre, come il rimborsi spese, non lo sono,ne ovviamente lo sono mai state. Va detto, sempre, per chiarezza che quella voce è stata definita nel 1984 con un plafond proprio per evitare abusi, come va precisato che la Corte dei conti e la Procura della Repubblica hanno respinto la necessità di valutare come “dubbie” le modalità di erogazione del rimborso forfettario dei gruppi politici in Veneto. Per essere ancora più precisi, nella revisione dei redditi a ribasso abbiamo anche semplificato e razionalizzato tutte le voci che compongono attualmente la cosiddetta “diaria” (rimborso spese per la partecipazione ad attività istituzionali, spese di trasporto), limitando i rimborsi forfettari alla effettiva partecipazione dei consiglieri all’attività di Aula, di Commissione e sul territorio.
Ricordo che allora, quando abbiamo introdotto questi tagli alle nostre indennità, tutti i giornali del Veneto, anche il quotidiano che pochi giorni fa ha parlato calunniandoci di soldi “in nero”, hanno pubblicato il reddito rivisto alla luce delle modifiche, compreso il rimborso forfettario che è passato per scelta esclusiva dell’Ufficio fiscale regionale, dalla Regione ai gruppi. Per noi consiglieri tale passaggio, anche dal punto di vista fiscale, non implica alcuna differenza. Ogni bonifico arrivava prima ugualmente ad ora, anzi per la massima precisione anche questa voce è stata tagliata seppure di soli 40 euro. 
Allora, a dicembre 2011, tutti i giornali del Veneto hanno applaudito stupiti alla riduzione dei compensi attuati grazie alla convinzione di gente come me che, per mesi, a causa di queste scelte radicali, ha subito l’ostracismo dei colleghi di vari partiti ed era stata tacciata di demagogia e populismo quando in quei mesi si è battuta per ottenere almeno l’eliminazione dei privilegi e la riduzione dei redditi dei consiglieri e degli assessori.

• Vitalizi, riduzione dei consiglieri, limite dei mandati.
Alla fine del 2011 abbiamo approvato, tra i primi e con non poche difficoltà, la cancellazione del vitalizio per i consiglieri regionali e dell’assegno di reversibilità. Dalla prossima legislatura i consiglieri regionali del Veneto non usufruiranno più del vitalizio, e così non sarà neppure più possibile per i loro eredi ottenere gli assegni di reversibilità. Solo dalla prossima legislatura? Sì, solo dalla prossima legislatura, in quanto erano già stati preannunciati ricorsi che avrebbero vanificato anche questa sacrosanta riforma. Per i consiglieri in carica c’è stata la riduzione del 5% dell’assegno vitalizio e di quello di fine mandato, inoltre tutto è’ stato rinviato ai 65 anni di età.
Nello stesso momento abbiamo approvato il nuovo Statuto regionale con la riduzione secca da 60 a 50 del numero dei consiglieri, introdotto una nuova legge elettorale che prevede il limite dei due mandati e la presentazione di liste provinciali composte obbligatoriamente da metà donne e metà uomini.
Si tratta di leggi regionali facilmente consultabili da tutti sul sito del Consiglio regionale del Veneto.
Quando sono stata eletta, nel 2010, percepivo 9.700-10.000 euro mese comprensivi di rimborso spese. Oggi ho una busta paga di 6.000 euro + 2.100 euro di rimborsi forfetizzati, quindi un totale di 8.100 euro. 
Me ne restano in tasca circa 6.100, perché ogni mese invio con bonifico almeno 2000 euro al partito regionale e provinciale. 
Non ho mai usato un euro del gruppo per ragioni personali, fossero anche solo un pranzo privato. Il tesoriere del gruppo è severissimo, è una persona specchiata che non a caso ho voluto a controllo di ogni uscita e abbiamo inteso rendere trasparente ogni utilizzo di fondi pubblici regionali, in serenità e con onestà. Chiaro che l’onestà per legge non si ha. Noi la pratichiamo, io la pratico come una condizione obbligatoria.

Proprio perché ritengo di essere pagata più che adeguatamente per il compito che assolvo, ho scelto fin dal mio ingresso in consiglio regionale di non usufruire di alcuni di quei privilegi che troppi politici hanno finito per considerare veri e propri diritti. Viaggio in treno da Montebelluna a Venezia con un abbonamento da pendolare, che pago come qualsiasi altro cittadino. Voglio precisare che non c’è nulla di “eroico” in questa scelta, ma la semplice consapevolezza che non esistono reali motivi per cui dovrebbe essermi regalato ciò che gli altri acquistano.
Non utilizzo auto blu. Mi sposto sul territorio con la mia macchina e in due anni ho percorso circa 140 mila Km. La uso per raggiungere i paesi e le città in cui non arriva il treno e sempre per incontrare i cittadini, nella consapevolezza che solo nel rapporto diretto e nell’ascolto delle persone è possibile far crescere la buona politica. Chi mi conosce sa che è così, e ogni riunione è preziosa per raccogliere le informazioni indispensabili per presentare una mozione, un’interrogazione, una proposta di legge. E così, voglio ricordarlo, fanno i miei colleghi del gruppo.

Ho a cuore ciò che è riportato nello statuto Europeo dove si afferma che anche il reddito di coloro che legiferano deve esse tale da non metterli in condizione di risultare dipendenti o condizionati da interessi privati. Troviamo il giusto valore se riteniamo che 6.000 euro per 12 mesi sono troppi, ma troviamolo anche per tutto il resto e cerchiamo di capire qual è il metodo per valutare il lavoro delle persone". (Laura Puppato, 8 settembre 2012)

3. La presunta intenzione di Laura di volere a tutti i costi "alleanze PD con UDC"

Un titolone a effetto sull'Unità, e alcune allusioni fatte da Laura a possibili "alleanze" con UDC hanno scatenato (giuste) preoccupazioni, ma anche illazioni. Su questo riportiamo per intero il chiarimento che lei stessa ha pubblicato sul suo blog nel Fatto quotidiano:


"Mi sono candidata con l’obiettivo di portare all’ordine del giorno tematiche forti, finora trascurate benché imprescindibili; di poter imporre strategie nuove per uscire da problemi vecchi: per un’altra idea di mondo.
Ma con questi obiettivi radicalmente nuovi mi candido a un ruolo di governo: e per definizione so che per mettere in atto i suoi intenti un governo deve essere stabile e forte.
Ora, la mia preoccupazione è che, nonostante le innumerevoli dichiarazioni di buone intenzioni, ci ritroveremo a votare con la terribile spada di Damocle del Porcellum, che tanto ha inficiato la nostra democrazia, tanti danni ha fatto e continuerà a farne finché non sarà definitivamente superato da una legge seria.

Dopo il provocatorio titolone dell’intervista su L’Unità mi si contesta di adombrare fin d’ora “alleanze” con forze, come l’Udc, oggettivamente in contrasto con la visione di mondo che sostengo e con le nuove strategie che propongo.
Ma la verità è un’altra: ho sostenuto con forza che tutti i candidati devono esprimere prima di essere eletti (e non dopo!), e con chiarezza, i propri programmi: proprio per evitare che, una volta eletti, i rappresentanti dei cittadini si sentano liberi di allearsi con forze elette magari su obiettivi opposti.
Dunque non mi muovo certo in partenza con l’idea di alleanze che potrebbero mettere a rischio le ragioni stesse dei miei obiettivi futuri.

E’ solo in riferimento alle nefaste conseguenze di una simile legge elettorale, che ho fatto cenno – pragmaticamente – al rischio di doversi comunque piegare a delle alleanze. Perché quello che vorrei nuovamente chiarire è che, si dovessero ripresentare dilemmi come quello che condusse alla caduta del Governo Prodi, io non consegnerò mai il Paese alle destre per una questione di principio.
Spetta a noi, alla nostra capacità di rinforzare un Partito Democratico dal basso e dall’interno, rendere il PD un partito capace non solo di nuove idee e rinnovati valori, ma anche di promuovere senza mediazioni i valori in cui crede. Anche a questo rinnovamento del partito è volta la mia presenza alle primarie del centrosinistra.

Ma certo, se il PD non cresce in questa direzione, e se la nostra leadership non si rinnova in modo chiaro e carismatico, non saremo mai in grado di governare. Per questo non ci resterà che la solita minestra riscaldata ovvero coalizione, coalizione, coalizione. Che sia con Sel, con l’Udc o forse anche con qualcun altro. Certamente soggetti politici diversissimi tra loro, possibilmente sceglieremo i più vicini a noi. Certo. Ma preferirei evitare di scegliere e se c’è un modo per evitarlo è crescere, crescere e crescere in forza e determinazione, far sì che le nostre idee siano portate in braccio da così tanti cittadini convinti della forza della loro partecipazione, da poter imporre un cambio di paradigma anche ai palazzi del potere.
E a tutto questo la legge elettorale attuale – nata contro ogni principio di democrazia – impone ulteriori ostacoli. Laddove la forza del partito non basti, dobbiamo guardare in faccia la realtà che questa legge costringe sempre a pensare ad eventuali alleanze, perfino ad alleanze contraddittorie, che in certi momenti possono rendersi necessarie.
Le sfumature sono importanti. Dunque non fatemi dire cose contrarie a quello che penso. Ho spesso dichiarato e ribadisco che deve essere la forza di un rinnovato Pd a indicare la linea di pensiero e di azione; non certo gli eventuali alleati a cui potrebbe essere necessario unirsi. Simili alleati, per fare parte di una coalizione, dovranno di conseguenza aderire alle proposte che riteniamo imprescindibili.
Certo, fare alleanze significa per definizione dover ridimensionare l’autonomia e la forza delle proprie proposte, ecco perché un simile prezzo potrebbe essere accettabile solo per evitare che, in frangenti scivolosi, si rischi di lasciare nuovamente il Paese in mano a un governo di destra.
La vera, nuova proposta siamo noi; non trascureremo nessun impegno per darle forza: quella forza che ci possa consentire, anche, di farla emergere e di affermarsi senza aiuti da nessuno."
Laura Puppato, 6 novembre 2012

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