Laura: non ho lingua biforcuta

Parla Laura Puppato, in risposta a supposizioni sospettose sulla sua candidatura:
"Desidero rispondere all'articolo di Mariella Gramaglia del 18/9.
Io, una donna, non parlo con lingua biforcuta. Queste primarie del Pd stanno facendo discutere e, servissero solo a questo, avrebbero comunque ottenuto un risultato in quella sorta di deserto che è stata la politica italiana nel corso degli ultimi 10 anni. Seppure con sé anche tutti gli evidenti limiti di un modello di comunicazione nel Paese che limita molto gli argomenti di vero contenuto a vantaggio di contrapposizione, polemiche e gossip.

Per questo ho pensato che «stare con le mani in mano» non era più possibile, il duopolio sfrontato e sospinto non porterà benefici e dunque era opportuno che una «mentalità nuova in un corpo maturo» cambiasse o tentasse almeno di cambiare le sorti di una competizione per la guida del Paese. Né giovani né vecchi, solo propositivi. Con forte autonomia, una discreta esperienza e una buona dose di temerarietà ho deciso di affrontare a viso aperto i cittadini elettori di questo Paese per capire se le soluzioni ai problemi possano interessare, se conoscere le priorità di governo sia più utile di conoscere «chi sta con chi», se riaffermare con le idee, ma anche con l'esperienza vissuta e con la competenza che «si può fare», sì può cambiare, mentalità, modo e costi del fare politica e amministrazione pubblica possa risultare di maggiore garanzia rispetto alla vaghezza di scelte confuse o contraddittorie.

Cominciando dal metodo: niente trombe, niente esercito né prove di forza o polemiche. La rivoluzione in questo tempo inizia dal metodo scompaginando le carte e non chiedendo permesso. Si manifesta nel particolare se è capace di rimettere in campo parole, ma vorrei dire valori! ricche di un significato che in gran parte perduto; onestà, coerenza, esempio, concretezza, obiettivi chiari..

Essere donna in questo Paese è difficile, ma esserlo in politica lo è ancora di più. Me lo ricorda Tina Anselmi, la staffetta partigiana mia conterranea, alla quale fu negata la carica istituzionale più alta e poi il ruolo di Presidente della sua Regione. Me lo dice la statistica oggi.
Figurarsi se dietro una donna che si candida (appunto candidamente) ad un ruolo così "non c'è dell'altro"..! Eppure a me pare sia semplice comprendere che le donne (disabituate al potere e però amaramente deluse «dall'indietro tutta» che ha fatto il Paese più bello del mondo negli ultimi anni) più di tutti oggi non hanno nulla da perdere - nulla che valga davvero. Proprio le donne perciò possono - o meglio devono - esprimere con determinazione e pacatezza che c'è un altro modo di governare i problemi e un altro diversissimo modo di lavorare per il bene comune. Guardando avanti. Dicendo il vero.
Una scommessa per la vita della democrazia e della rinascita collettiva si fa anche così".
Laura Puppato, settembre 2012

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